Oggi si presenta secondo la rilettura romantica data nella seconda metà del XIX secolo dal Boito che aprì nelle torri due passaggi carrai ad ampio arco acuto, mentre al pian terreno della casa contigua, trasformata a portici, fece aprire un passaggio pedonale. Liberò, inoltre, le murature dalle sovrastrutture del tempo e rifece il paramento in cotto, aprendo feritoie e coronando il tutto con merlature. Più che un restauro, quello del Boito fu una arbitraria rilettura dei valori romanici.

Quella di Porta Cicca è l’unica porta sopravvissuta, insieme a Porta Nuova di Via Manzoni, e a differenza  delle altre possiede un unico passaggio con un grande arco a tutto sesto in conci di pietra. La parte inferiore è in pietra, la parte superiore in laterizio.

La sua storia

Porta Ticinese, detta anche Porta Cicca (“porta piccola”) dai vecchi milanesi, partiva dal Carrobbio ed entrava nel corso di Porta Ticinese, in cui erano ben visibili le Colonne e la Basilica di S. Lorenzo. Le 16 colonne, appartenute a un tempio romano, costituivano il pronao all’atrio quadriportico, ora interamente perduto.

Nel 1162 questa antica porta che risaliva alla Milano romana fu distrutta da Federico Barbarossa. Fu Azzone Visconti a ricostruirla integralmente; la porta possiamo ora individuarla in prossimità delle colonne in angolo con le vie De Amicis e Molino Delle Armi, dove si nota il rudere del fortilizio di Azzone Visconti: una delle 100 torri, poste a difesa della città.

Con la costruzione dei Bastioni, tra 1549 e 1560, Porta Ticinese fu ricostruita sull’area che oggi prende il nome di piazzale XXIV Maggio.

Porta Ticinese assunse subito un ruolo importante sia perché porta storica, sia perché nodo di traffico e di comunicazione: si trovava al centro della piazza che univa corso Ticinese a corso San Gottardo, in corrispondenza degli attuali viali degli ex bastioni attigui alla darsena, in cui confluiscono il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese.

Porta Ticinese fu teatro dell’ingresso di Napoleone Bonaparte in Milano dopo la vittoria di Marengo sugli Austriaci. Durante l’epoca napoleonica e per oltre un decennio, fu ribattezzata “Porta Marengo “.

Dal punti di vista architettonico, la porta presenta un un arco trionfale in marmo pregiato e possiede un atrio monumentale dedicato a Napoleone I. Ai due lati sono stati eretti i due caselli porticati, le cui murature si presentano rivestite di “bugnato “.

Si ricorda che Porta Ticinese, per quanto riguarda le vie di comunicazione commerciale nel trasporto di merci coi barconi che attraversavano i Navigli, ebbe un indiscutibile primato. Lo stesso sviluppo turistico fu favorito dalle sponde dei Navigli, lungo le quali sorsero numerose ville di famiglie nobiliari sia in Milano, sia nei Comuni che s’incontravano lungo il loro percorso, sino ad Abbiategrasso e a Pavia.