Le acque depurate in uscita dal depuratore, oltre che essere recapitate nel corso della Vettabbia, servono anche per alimentare uno stagno in cui è stata ricreata una zona umida.
Sulle sponde dello stagno troviamo un canneto costituito principalmente dalla tifa (Typha latifolia) e dalla cannuccia di palude (Phragmites australis), che emergono dall’acqua con il fusto e le foglie mentre ancorano saldamente le loro radici sott’acqua nel terreno della sponda.
Nella porzione più centrale dello stagno si può invece trovare un fitto intreccio di piante in parte o completamente sommerse. Sulla superficie dell’acqua infatti galleggiano insieme piccole piantine come la lenticchia d’acqua (Lemna minor) e ninfee bianche e gialle (Nymphaea alba e Nuphar luteum) dalle grandi foglie.
Di contorno allo stagno è stata realizzata un’alberatura circolare a doppia fila composta da pioppo nero e da olmo bianco.
Gli animali dello stagno sono numerosi e molto diversi tra loro: si trovano anfibi come rane, rospi, rettili come la biscia d’acqua e  piccoli mammiferi, come le arvicole (roditori). Non mancano gli uccelli, che trovano in questo ambiente un luogo adatto per stabilirsi, nutrirsi o trovare un rifugio momentaneo durante le migrazioni.
Passando dalle dimensioni macroscopiche a quelle microscopiche possiamo trovare alcuni tipi di vermi piatti, le sanguisughe e piccoli molluschi (come la limnea, lumaca d’acqua dolce), nascosti nel fondo sabbioso o sotto i sassi.
Nell’acqua si possono veder nuotare piccolissimi crostacei, come la pulce d’acqua, oppure larve di invertebrati, mentre sulla superficie non è difficile scorgere zanzare e libellule colorate in volo.

(Testo Maddalena Tommasone | ambiente@nocetum.it)