La vegetazione dell’area è quella tipica della pianura padana, ovvero una pianura di tipo irriguo, fittamente coltivata in cui si alternano cereali autunno-vernini (per lo più frumento), mais, riso, prati ed erbai. La componente spontanea è ridotta a modeste aree boscate che si sviluppano lungo gli alvei dei canali ed a piccoli gruppi arborei isolati composti prevalentemente da una flora esotica ed alloctona (entità originarie di altri territori e giunte da noi in seguito all’attività volontaria o involontaria dell’uomo) costituita per lo più da robinia (Robinia pseudoacacia), ailanto(Ailanthus altissima), quercia rossa (Quercus rubra), Budleja, Phitolacca americana, pioppo nero(Populus x canadensis); lo strato sottostante la copertura arborea è costituito in esclusiva da sambuco nero (Sambucus nigra) e rovo (Rubus ulmifolius).

Il recente “imboschimento” ha permesso però di ampliare le aree boscate già presenti e ricostruire il bosco ove questo è stato tagliato o distrutto: a tal fine sono state messe a dimora piante di giovane età (1-3 anni) per la rinaturalizzazione e la ricostruzione di ecosistemi naturali tipici della pianura padana quali le forestali planiziali (foresta mista caducifoglia) di farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus), che oggi risultano ridotte a pochi lembi, frammentati ed isolati.

Sono state quindi ricreate tre tipologie di bosco:

  • querco-carpineto
  • querceto di farnia con olmo
  • alneto di ontano nero tipico

Le specie arbustive utilizzate nelle sistemazioni a verde dell’area sono anch’esse piante tipiche (autoctone) di quest’area: corniolo (Cornus mas), sanguinella (Cornus sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), biancospino (Crataegus monogyna), ginestra (Cytisus scoparius), fusaggine o evonimo (Euonymus aeuropaeus), ligustro (Ligustrum vulgare), spincervino (Rhamnus catharticus), rosa canina (Rosa canina), salice grigio (Salix cinerea), pallon di maggio (Viburnum opulus).
Nell’area attrezzata di ingresso al Parco è stato invece realizzato un noceto grazie all’impianto di piante di noce di circa un anno.
Infine, sono presenti monofilari di pioppo cipressino posti lungo i confini dei campi o a lato della rete di distribuzione irrigua; la loro funzione preminente è quella paesaggistica in quanto caratterizzano la percezione estetica del paesaggio agricolo.

(testo: Maddalena Tommasone | ambiente@nocetum.it)