A completamento dei trattamenti depurativi tradizionali sono stati realizzati ecosistemi filtro artificiali per il trattamento di finissaggio delle acque reflue.
Si tratta di sistemi di fitodepurazione, ovvero sistemi naturali di depurazione che sfruttano le capacità di autodepurazione degli ecosistemi naturali ed in particolare di quelli palustri. Non possono essere considerati sostitutivi degli impianti tradizionali ma possono rappresentare tecniche integrative a questi per ridurne l’impatto residuo che necessariamente si manifesta a carico dei ricettori e per favorire il riutilizzo delle acque.
L’impianto è costituito da vasche comunicanti tra loro in cui è stato riprodotto un tipico habitat palustre o di una zona umida. Sono state messe a dimora elofite (piante semi-acquatiche con la base e le gemme perennanti sommerse, ma con il fusto e le foglie aeree. Sono solitamente presenti nelle paludi e sulle rive dei laghi, terreni acquitrinosi dove formano canneti) come la cannuccia di palude (Phragmites australis) ma anche lenticchia d’acqua, canneti, cariceti.
La depurazione avviene mediante l’azione combinata del substrato, delle piante e dei microrganismi: le piante, e in particolare la cannuccia di palude, sono in grado di ossigenare l’acqua e favorire il degrado delle sostanze inquinanti, ma anche di creare alla base dei propri fusti un micro-ecosistema favorevole all’instaurarsi di comunità batteriche in grado anch’esse di eliminare gli inquinanti disciolti in acqua.
Attraverso il processo di fitodepurazione vengono quindi eliminati, in parte o del tutto, i microrganismi patogeni e le sostanze inquinanti.
Le zone umide rappresentano inoltre elementi del paesaggio rurale di notevole importanza dal punto di vista ecologico e naturalistico in quanto rappresentano gli habitat trofici e riproduttivi per alcune specie vegetali e animali altrimenti a rischio di estinzione.
Il sistema di fitodepurazione ha anche una forte connotazione sperimentale e didattica  in quanto costituisce un luogo da offrire alle università, scuole, ecc. per ricerca e studio.

(Testo Maddalena Tommasone | ambiente@nocetum.it; foto Emmanuel Mathez)